martedì 18 aprile 2017

La guerra

Celestina aveva i bigodini in testa e la vestaglia le si apriva davanti -  il pancione le era rimasto, dopo la nascita dei figli, Luca, Giulia e Davide. Margherita pensava: proprio sta' sciattona doveva sposare mio figlio, e con un orecchio ascoltava.
Avete sentito oggi che notizie ? - diceva suo figlio - due attentati  in Egitto, oggi che è la domenica delle palme, che doveva essere un giorno di pace! Ci dobbiamo veramente considerare in guerra, nessuno è più sicuro,da nessuna parte! E speriamo che non  ripristino la chiamata alle armi obbligatoria, in Parlamento se ne sta discutendo.
Tutto il giorno Margherita ci pensò - fra la merenda, la seduta in bagno con accompagnamento (che non si sa mai, potrebbe scivolare, mi hanno scambiato per una vecchia, ci manca poco che mi prendono la badante ), le telefonate all’amica Concetta. Aveva bisogno di qualche bigliettino, uno di quelli che Martino le lascia a richiesta, ogni volta che lei non riesce a pescare dai suoi ricordi le informazioni che le servono per ricomporre il puzzle. Concetta l’aveva rassicurato: ma quale guerra?! Sono solo invenzioni dei giornalisti. Sai chi sono i giornalisti? Quelli che vengono pagati per scrivere sui giornali. Lei, però, di Concetta non si fidava, Concetta era più stralunata di lei. Mi vogliono nascondere la verità, come al solito. Davide doveva andare in guerra, quel ragazzo aveva appena vent’anni! E neppure poteva mandarlo in Svizzera, perché Martino aveva detto: “da nessuna parte” .
Andò a trovare Davide nella sua stanza, si sedette sul suo letto e gli disse: visto che la guerra non è ancora finita, io direi che devi nasconderti e ho già un’idea: devi andare in montagna, trova una tana, ce ne sono tante, devi sapere che tanti si nascondono in montagna, i mafiosi si nascondono pure lì, ma tu non ci devi dare confidenza a quelli, non devi farti vedere, noi troveremo il modo di farti avere qualcosa da mangiare, oggi parlo con mio figlio.
 La stalla! Tuo padre farà un sotterraneo nella stalla dove ci stanno le capre e le vacche e quando sarà pronto, andrai a nasconderti, noi metteremo sopra la botola le balle di paglia e fieno. Si fa così.
Nonna, quale stalla?
La nostra stalla! Non sapete niente, voi giovani, noi abbiamo una stalla in montagna, tuo padre, lui queste cose le sa. Mia madre mi coricava vestita, anche tutti gli altri si coricavano vestiti, per essere pronti quando suonava la sirena e dovevano correre ai  rifugi, perché bombardavano il paese! Quando c’è la guerra gettano le bombe, le hai viste in televisione? Siamo scappati di notte. Mentre le bombe cadevano siamo passati in mezzo alla polvere che si sollevava dalla terra, in campagna, al buio,e sentivamo l’odore della terra e delle bombe, e noi bambini piangevamo per la sete e i grandi andavano in cerca di un po’ d'acqua, erano soffocati dalla polvere che entrava nei polmoni, lo capisci, Davide?!  E quella notte d’improvviso la montagna s’incendiò, sembrava l’inferno, c’era il vento di scirocco, e Angelo cominciò a gridare: "Cornuto  Mussolini!!"come un padre o una madre, invece era un bambino di otto anni. Mio fratello Angelo urlava e non si riusciva a farlo smettere. E la famiglia cominciò ad avere paura di queste grida, più delle bombe, temevano che i bambini impazzissero.

Davide, scappa, vai a nasconderti, la guerra è brutta!

Pina Tomasello

6 commenti:

  1. vero stralunata è! ahahahaha
    brava Pina
    gd

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  2. Pezzo bellissimo, brava Pina. Certe cose non le dimentica nemmeno una nonna stralunata.

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  3. Possiamo dire che questa nonnina, non straparla, che la guerra è guerra sempre, ad ogni tempo e in ogni luogo, le bombe spaventano i bambini, oltre ad uccidere.

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Bellissimo pezzo. Nient'altro. e' bellissimo
    Clotilde

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